DELL'ALCHEMICA TRASFORMAZIONE ...
Luca Forno – Arsenale Editrice – Verona – 2015 – ISBN 978-88-7743-408-1
Spostamenti
definiti da coordinate precise, genealogia e contesto: un’allegoria di
futuro, in un tempo che si ferma o forse si sovrappone, si ripiega su
se stesso. ecco cosa crea la riflessione visuale di Luca Forno, e chiede
l’attenzione di sguardo al visitatore, modulando vari registri dove non
manca intuizione creativa.
Letteratura fotografica, di cui il Nostro è Autore ottimo e saggio, che
diventa il luogo topico di una sedimentazione di pensieri e paesaggi e
chiama a una meditazione: cercare, trovare, assaporare la poesia.
Né criptica, né manifesta ma impalpabile come la vera essenza della
bellezza, attraversa tutte le fotografie , si riveste del magistrale
bianco e nero preciso e rivelatore dell’intima armonia di cose e uomini,
si annida nelle forme evolute in pura astrazione, risplende nelle
moderne armature di nobili Samurai, traccia percorsi intimi, si proietta
in allusioni labirintiche.
E riemerge l’invisibile magnificenza, per ombre e per abbacinanti luci.
L’osservatore capace di ascoltare questa poesia intercettata con
l’occhio dell’anima, ricostruisce il Viaggio, e lo tiene insieme come
testimone ultimo di una verità certo non storica, ma vissuta, che si
impone con la forza della fotografia e reclama attenzione e ascolto; una
verità forse ricreata, seguendo le suggestioni di forme, linee,
architetture dense di altre traduzioni, meccanismi imponderabili in
origine, magma di ricordi, dettagli, possibilità che hanno costretto
Luca Forno ad una visualizzazione vigile, e infine alla realizzazione
per straordinarie tappe di un diario fotografico, sintesi felici,
scritto in alchemica trasformazione di suoni, ritmi, infine vita.
E ne conserva una più riservata e invisibile, di verità: il senso
nascosto tra le pieghe della materia, che per assonanze e deduzioni
sparge nelle immagini, ottenendo rivelazioni.
Fluisce la narrazione, fotografia dopo fotografia, per capitoli colmi di
straordinaria polifonia, a dar voce a tutte le voci materiali e
immateriali di questo viaggio, in una tessitura rigogliosa, infinita,
immagini che occupano ogni spazio e prospettiva dell’ osservatore.
La sua è un’archeologia primaria delle emozioni, che porta alla luce,
rianima reperti ancora occultati ai più, e che poi affida a noi,
fruitori ultimi della loro “altra ” natura.
Letteratura fotografica, sì, che esige dal suo osservatore un impegno
emotivo per entrare in questo progetto ambizioso, ovvero illuminare
laddove c’è magma di ombre, fissando nell’invisibile l’attimo rilevante.
Perché “Insegnandoci un nuovo codice visivo, le fotografie alterano e
ampliano le nostre nozioni di ciò che val la pena guardare e di ciò che
abbiamo il diritto di osservare. Sono una grammatica e, cosa ancor più
importante, un’etica della visione.” (Susan Sontag).
Lucy Franco – Termoli